I sentieri di Isaia

Non restiamo a guardare con le mani in tasca!

Quando vediamo persone che si battono e si fanno del male, non restiamo lì a godere del disonore e del dolore altrui… Cosa può esservi di più inumano di un simile comportamento? Voi state a guardare persone, che si lanciano ingiurie, che si scambiano ferite, si strappano le vesti, si sfregiano il volto a vicenda, e sopportate di starvene lì accanto tranquilli. Si tratta forse di un orso che si batte, o di una belva? Oppure di un serpente? No, è un uomo che, dovunque, è simile a te, è un tuo fratello, un tuo membro. Non state quindi a guardarlo, ma correte, separatelo. Non provate piacere nell’osservare costoro battersi, ma cercate di riconciliarli… Vedete un uomo che agisce male, e voi credete di essere innocenti, se restate lì fermi?… Se voi temete di ricevere una ferita per salvare un vostro fratello, ricordate che nostro Signore non ha esitato a farsi crocifiggere per voi. Le persone che litigano sono come uomini umiliati e ottenebrati, perché sono trasportati dal furore che li domina come un tiranno. Essi dunque hanno bisogno, sia quello che offende, sia quello che riceve l’offesa, di qualche persona saggia, che li aiuti in questa difficile circostanza: il primo, per poter smettere di offendere, l’altro per non subire più offese. Avvicinatevi quindi e tendete le vostre mani, voi che siete moderati e sobri, a chi è ubriaco. Vi è un’ubriachezza prodotta dall’ira, che è ben più grave e deteriore di quella prodotta dal vino.

(tratto dal Commento a Matteo 15,10)