Clemente Romano (da Lettera ai Corinti)

pace, Padri della Chiesa Scrivi un commento

L’umiltà

XIII, 1. Dunque, fratelli, siamo umili deponendo ogni baldanza, boria, stoltezza ed ira e facciamo quello che è scritto. Dice infatti lo Spirito Santo: “I1 saggio non si glori della sua sapienza nè il forte della sua forza, nè il ricco della sua ricchezza, ma chi si gloria si glori nel Signore, di ricercarlo e di praticare il diritto e la giustizia”. Ricordiamoci soprattutto delle parole che il Signore Gesù disse insegnandoci la benevolenza e la magnanimità. 2. Così disse: “Siate misericordiosi per ottenere misericordia; perdonate per essere perdonati; come farete agli altri, così sarà fatto a voi; come date, così sarà dato a voi; come giudicate, così sarete giudicati; la bontà che usate, sarà usata; la misura con la quale misurate, sarà di misura per voi”. 3. Rafforziamoci in questo comandamento e in questi precetti, per procedere umili ed ubbidienti alle Sue sante parole. Dice la sua santa parola: 4. “A chi rivolgerò lo sguardo se non al mite, al pacifico e a chi teme le mie parole?”.

L’orgoglio

XIV, 1. E’ giusto e santo, fratelli, che noi siamo ubbidienti a Dio, piuttosto che seguire nell’arroganza e nella sedizione i capi dell’esecranda gelosia. 2. Noi ci esponiamo non ad un danno leggero, bensì ad un grande pericolo se audacemente ci abbandoniamo ai voleri di uomini che gettano nella contesa e nelle sedizioni per distoglierci da ciò che è bene. 3. Siamo buoni gli uni verso gli altri, secondo la compassione e la dolcezza di chi ci ha fatti. 4. E’ scritto: “I buoni abiteranno la terra, e gli innocenti resteranno su di essa, ma i peccatori vi saranno sterminati”. 5. E dice di nuovo: “Ecco l’empio esaltato e innalzato come i cedri del Libano; passai e non c’era più e cercai il luogo dov’era e non lo trovai. Custodisci l’innocenza e osserva la rettitudine. Per l’uomo pacifico c’è una posterità”.

Unità e pace

XV, 1. Uniamoci, dunque, a quelli che religiosamente vivono la pace e non a quelli che la vogliono con ipocrisia. 2. Dice infatti: “Questo popolo mi onora con le labbra e il suo cuore è lontano da me”. 3. E di nuovo: “Con la bocca mi benedicevano e con il cuore mi maledicevano”. 4. Di nuovo dice: “Lo amavano con la bocca e con la lingua gli mentivano, il loro cuore non era retto con lui, nè rimanevano fedeli alla sua alleanza”. 5. Per questo “divengano mute le loro labbra ingannatrici che dicono iniquità contro il giusto”. E di nuovo: “Disperda il Signore tutte le labbra ingannatrici, la lingua orgogliosa, quelli che dicono: noi renderemo potente la nostra lingua, le nostre labbra sono per noi. Chi è padrone di noi? 6. Per la miseria dei poveri e i lamenti dei bisognosi mi leverò, dice il Signore, li porrò in salvo; 7. e parlerò liberamente con loro”.

Umiltà di Cristo

XVI, 1. Cristo è degli umili, non di chi si eleva sul suo gregge. 2. Lo scettro della maestà di Dio, il Signore Gesù Cristo, non venne nel fragore della spavalderia e dell’orgoglio – e l’avrebbe potuto – ma nell’umiltà di cuore, come lo Spirito Santo ebbe a dire di lui: 3. “Signore, chi credette alla nostra voce? e il braccio del Signore a chi fu rivelato? Noi l’annunciammo alla sua presenza: egli è come un fanciullo, come una radice nella terra assetata; non ha apparenza nè gloria. Noi lo vedemmo, non aveva una bella apparenza, ma l’aspetto suo era spregevole, lontano dall’aspetto degli uomini. Come l’uomo che è nel dolore e nel travaglio e che sa sopportare l’afflizione perché nasconde il suo volto, non fu onorato e tenuto in considerazione. 4. Egli porta i nostri peccati e soffre per noi, e noi l’abbiamo considerato punito, castigato da Dio e umiliato. 5. Egli fu ferito per i nostri peccati e tribolato per le nostre malvagità. I1 castigo che ci dà salvezza è su di lui; fummo risanati per le sue lividure.6. Tutti come pecore eravamo sbandati; l’uomo si era sviato dal suo cammino. 7. E il Signore diede lui per i nostri peccati, e lui per essere stato maltrattato, non apre bocca. Come pecora fu condotto al macello e come l’agnello muto davanti a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nell’umiliazione fu tolta la sua condanna. 8. Chi spiegherà la sua generazione? La sua vita è presa dalla terra. 9. Per le malvagità del mio popolo è giunto alla morte. 10. E darò i malvagi in cambio della sua sepoltura e i ricchi in cambio della sua morte. 11. Se fate sacrifici per il peccato, la vostra anima vedrà una lunga posterità. 12. E il Signore vuole liberarlo dall’afflizione della sua anima, mostrargli la luce e plasmarlo con l’intelligenza e giustificare il giusto che si fa servo di molti; ed egli porterà i loro peccati. 13. Per questo egli erediterà molti e dividerà le spoglie dei forti come ricompensa, poiché fu consegnata alla morte la sua anima, e fu considerato tra i malvagi. 14. Egli portò i peccati di molti e fu tradito per i loro peccati”. 15. E di nuovo egli dice: “Io sono un verme e non un uomo, obbrobrio degli uomini e disprezzo del popolo. 16. Tutti quelli che mi vedono mi scherniscono, parlano tra le labbra e scuotono il capo: ha sperato nel Signore, Lui lo liberi, lo salvi se lo vuole”. 17. Vedete, carissimi, quale modello ci è dato! Se il Signore si è umiliato a tal punto, che cosa faremo noi che, per mezzo suo, siamo venuti sotto il giogo della sua grazia?

Umiltà di santi

XVII, 1. Siamo imitatori di quelli che camminavano nelle pelli di capra e di pecora annunziando la venuta di Cristo. Alludiamo ai profeti Elia ed Eliseo ed anche Ezechiele, ed oltre a questi anche a coloro che resero testimonianza. 2. Fu grandemente testimoniato Abramo e fu chiamato amico di Dio, e dice con umiltà guardando alla gloria di Dio: “Io sono polvere e cenere”. 3. Anche di Giobbe è scritto così: a Giobbe era giusto, irreprensibile, veritiero, pio, alieno da ogni male”. 4. Ma egli si accusa dicendo: “Nessuno è mondo da macchia, neppure se la sua vita è di un giorno”. 5. Mosè fu chiamato “il fedele in tutta la sua casa” e per il suo servizio Dio punì l’Egitto con i flagelli e i tormenti. Ma egli, grandemente onorato, non si vantò e disse dal roveto quando ebbe la rivelazione: “Chi sono io, perché mandi me? Io sono debole di voce e di lingua tarda”. 6. E di nuovo dice: “Io sono vapore che esce dalla pentola”.

Umiltà di David

XVIII, 1. Che diremo di David cui fu data testimonianza? A lui disse il Signore: “Ho trovato un uomo secondo il mio cuore, David figlio di Iesse; lo unsi nella mia eterna misericordia”. 2. Ma anch’egli dice a Dio: “Abbi pietà di me, secondo la tua grande pietà e la pienezza della tua compassione cancelli la mia iniquità. 3. Lavami dalla mia malvagità e purificami dal mio peccato perché io conosco la mia iniquità e il mio peccato mi è sempre davanti. 4. Contro te solo ho peccato ed ho fatto il male alla tua presenza, perché tu sia trovato giusto nelle tue parole e vinca quando sei chiamato in giudizio. 5. Ecco, sono stato concepito nell’iniquità e nei peccati mi concepì mia madre. 6. Ecco, tu hai amato la verità e mi hai svelato gli arcani e i segreti della tua sapienza. 7. Mi aspergerai con l’issopo e sarò purificato, mi laverai e sarò bianco più della neve. 8. Mi farai sentire allegria e gioia ed esalteranno le ossa umiliate. 9. Distogli il tuo volto dai miei peccati e cancella tutte le mie iniquità. 10. Crea in me un cuore puro, o Dio, e rinnova nelle mie viscere uno spirito retto. 11. Non cacciarmi dal tuo cospetto e non togliere da me il tuo santo spirito. 12. Dammi la gioia della tua salvezza e fortificami con lo spirito che mi guidi. 13. Insegnerò ai perversi le tue vie e gli empi si convertiranno a te. 14. Purificami dai delitti di sangue, o Dio, Dio della mia salvezza. 15. La mia lingua celebrerà la tua giustizia. Signore tu aprirai la mia bocca e le mie labbra annunzieranno la tua lode. 16. Se tu volessi un sacrificio lo darei; tu non ti compiaci di olocausti. 17. E’ sacrificio a Dio uno spirito contrito; Dio non disprezzerà un cuore contrito ed umiliato”.

La pace

XIX, 1. L’umiltà e la modestia di siffatti uomini, tanto celebri per l’obbedienza, hanno reso migliori non solo noi, ma anche le generazioni a noi precedenti e quelli che recepiscono le parole di Lui nel timore e nella verità. 2. Partecipi, dunque, di molte e grandi azioni gloriose, corriamo verso la meta di pace dataci fin dal principio e guardiamo il padre e creatore di tutto l’universo. Attacchiamoci ai doni e ai benefici della pace, magnifici e sublimi. 3. Contempliamolo con il pensiero e guardiamo con gli occhi dell’anima la grande sua volontà! Consideriamo quanto sia equanime verso ogni sua creatura.

L’armonia del mondo nella pace e nella concordia

XX, 1. I cieli che si muovono secondo l’ordine di Lui gli ubbidiscono nell’armonia. 2. Il giorno e la notte compiono il corso da Lui stabilito e non si intralciano a vicenda. 3. Il sole e la luna e i cori delle stelle secondo la Sua direzione girano in armonia senza deviazione per le orbite ad essi assegnate. 4. La terra, feconda per Sua volontà, produce abbondante nutrimento per gli uomini, per le fiere e per tutti gli animali che vivono su di essa, senza riluttanza e senza cambiare nulla dei Suoi ordinamenti. 5. Le cose misteriose degli abissi e i giudizi inesplicabili degli inferi sono retti dagli stessi ordinamenti. 6. La massa del mare immenso che nella sua creazione si raccolse nei suoi antri, non supera i limiti posti, ma come fu ad esso ordinato, così agisce. 7. Disse infatti: “Fin qui tu verrai, e i tuoi flutti si infrangeranno in te stesso”. 8. L’oceano senza fine per gli uomini e i mondi, che sono oltre, sono retti dalle stesse leggi del Signore. 9. Le stagioni di primavera, d’estate, d’autunno e d’inverno si susseguono in armonia una dopo l’altra. 10. I venti nell’incalzarsi compiono nel proprio tempo il loro servizio senza intralcio; le sorgenti perenni create per il rinfrancamento e la salute, senza mai cessare, offrono da bere per la vita degli uomini. Anche gli animali più piccoli si riuniscono nella pace e nella concordia. 11. Il creatore e signore dell’universo dispose che tutte queste cose fossero nella pace e nella concordia, benefico verso tutto e particolarmente verso di noi che ricorriamo alla sua pietà per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo. 12. A Lui la gloria e maestà nei secoli dei secoli. Amen.

(tratto da “Lettera ai Corinti”)

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