Agostino – note biografiche

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Sant'Agostino in un affresco di scuola riminese del XIV secolo (Santuario di San Nicola - Tolentino)

Sant'Agostino in un affresco di scuola riminese del XIV secolo (Santuario di San Nicola - Tolentino)

Aurelio Agostino nacque a Tagaste il 3 novembre 354 nell’Africa romana. Suo padre Patrizio era pagano, sua madre Monica cristiana, ed esercitò sul figlio una profonda influenza. Dopo le dissipazioni giovanili, verso i 19 anni la lettura dell’Hortensius di Cicerone lo spinse alla filosofia. Nel 374 aderì alla sètta dei Manichei. Maestro di retorica a Cartagine, si trasferì prima a Roma e poi a Milano, dove tenne l’insegnamento ufficiale di retorica che aveva ottenuto dal prefetto Simmaco. L’esempio e la parola del vescovo Ambrogio lo persuasero della verità del cristianesimo e divenne catecumeno. Nell’autunno del 386 Agostino lascia l’insegnamento e si allontana dalla donna con la quale viveva da quattordici anni e da cui aveva avuto un figlio, Adeodato, ritirandosi nella villa di Verecondo, a Cassiciaco presso Milano, dove compone le prime sue opere. Il 25 aprile del 387 riceveva il battesimo dalle mani di Ambrogio. Ad Ostia, nell’attesa dell’imbarco, trascorse giorni d’intensa meditazione spirituale discorrendo con la madre di questioni religiose; ma lì Monica muore.
Nel 391 fu ordinato sacerdote a Tagaste e nel 395 fu consacrato vescovo di Ippona, città dove combatté i principali nemici della fede e della Chiesa: il manicheismo, il donatismo e il pelagianismo. Morì il 28 agosto del 430, mentre le truppe dei Vandali di Genserico assediavano Ippona.
I primi scritti rimastici di Agostino sono quelli composti a Cassiciaco: Contro gli Accademici, Sulla beatitudine, Sull’ordine, Soliloqui. A Tagaste, terminò lo scritto Sul libero arbitrio, cominciato a Roma, compose quello Sulla «Genesi» contro i Manichei, il dialogo Sul maestro e il libro Sulla vera religione. Numerosi i suoi scritti polemici contro la sètta manichea: Sull’utilità di credere, Sulle due anime, Contro Fortunato, Contro Adimanto, Contro Fausto, Sulla natura del bene. Altri scritti polemici furono composti contro i donatisti e contro i pelagiani. Insieme a questi scritti e ad altre opere polemiche minori, egli componeva l’importante scritto Sulla Trinità, quello Sulla dottrina cristiana, quello esegetico Sulla Genesi alla lettera e la sua opera più vasta: La città di Dio (413-426). Intorno al 400 compose i 13 libri delle Confessioni che sono l’opera chiave della sua personalità di pensatore.

(dal sito emsf.rai.it)

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